Ormai è un’abitudine litigare, rivalersi, recriminare in differita sui social

Quando Shakira ha scoperto il tradimento di Gerard Piquè con Clara Chia Marti gliele ha mandate a dire attraverso una canzone nella quale si paragona a una Ferrari e un Rolex rispetto a una Twingo e un Casio. Direi una reazione naturale per una star del pop. Quando Ilary Blasi e Francesco Totti si sono separati si sono affrontati in Tribunale e contemporaneamente sui social; anche in questo caso una piega prevedibile, considerato che si tratta di personaggi pubblici non particolarmente raffinati. Purtroppo, però, questa abitudine di litigare, rivalersi, recriminare in differita sui social è una moda che riguarda un’altissima percentuale di anonimi fruitori dei social e che comporta qualche difficoltà per l’investigatore privato incaricato delle sorveglianze.

         Sin dai primi anni della mia carriera, da quando ero socia in un’agenzia investigativa a Bergamo, chiedevo (e chiedo tutt’oggi abitualmente) ai miei clienti se abbiano parlato dei loro sospetti sul partner con parenti e amici non sufficientemente affidabili che potrebbero allertarlo, magari anche solo involontariamente. Chiedevo e chiedo se il loro cellulare sia un regalo dal partner oppure venga abitualmente lasciato nella disponibilità di quest’ultimo, tanto che lo stesso potrebbe averci installato uno spyware.

Da quando ho aperto la mia agenzia investigativa Cyanea di Milano e i social media sono diventati parte integrante della vita delle persone, oltre alle sopra scritte domande precauzionali, sono costretta a frugare nei profili dei o delle clienti dell’agenzia investigativa per assicurarmi che non abbiano postato allusioni a un imminente pedinamento (anche se sembra demenziale, lo fanno in molti di più di quanto s’immagini).

Più di una/un cliente, dopo avermi consultata presso la mia agenzia Investigazioni Cyanea e affidato l’incarico di sorveglianza, mi ha chiesto l’amicizia su Facebook; ho dovuto negagliela sino a quando i miei investigatori privati non hanno inchiodato il o la fedifraga alle proprie responsabilità.

         Se da un lato i social media rappresentano per l’investigatore privato il rischio di fughe di notizie, dall’altro possono essere un importante indicatore: da come è strutturato è spesso possibile capire se una persona utilizza il proprio profilo social per andare a caccia di avventure. Molto spesso clienti si rivolgono alla mia agenzia investigativa Cyanea di Milano perché hanno notato qualche like di troppo sul profilo del coniuge.

         Persino quando si tratta di infedeltà aziendale Instagram, Facebook, ecc. sono utili indicatori, perché le nuove generazioni (e anche quelle vecchie prese dalla febbre dei social) oramai non rinunciano a pubblicare un bel viaggio o un successo sportivo, anche se in quel momento avrebbero dovuto essere ammalati o stavano usufruendo del permesso 104.

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