I parenti dei morti nel naufragio di Cutro
vogliono intentare una class action contro l’Italia

I parenti dei morti nel naufragio di Cutro vogliono intentare una class action contro l’Italia; così titolano i media con il chiaro intento di acuire i contrasti, aumentare la propria audience e fare vile speculazione politica contro il Governo Meloni.

         Da investigatrice privata, titolare dell’agenzia investigativa Cyanea che si occupa di indagini penali difensive e assicurative, so quanto i giornalisti possano cadere in basso. Tuttavia ogni volta riescono a sorprendermi con nuove profondità.

         Alcuni così detti giornalisti stanno scrivendo della class-action, omettendo che alla base della tragedia c’è il comportamento azzardato, per quanto comprensibile, dei naufraghi. La class action dei parenti delle vittime del mare finirebbe archiviata ed etichettata come lite temeraria in qualsiasi tribunale del mondo (anche se non scommetterei su quelli italiani).

Qualche tempo fa una agenzia investigativa di Milano mia consociata aveva ricevuto incarico da una povera vedova il cui marito era morto annegato mentre metteva in salvo i suoi figli trascinati dalla corrente. La povera donna incolpava i bagnini e persino la Capitaneria di Porto del tragico evento e sperava di trovare riscontri attraverso le indagini dell’investigatore privato. Tuttavia le ricerche dell’agenzia investigativa furono più consolatorie per elaborare il lutto che rivelatrici di chissà quale colpa. A parte il comportamento colposo della buonanima che si era avventurato in acqua per giocare coi figli nonostante il mare agitato e che non aveva ascoltato il parere dei bagnini (tutti perfettamente addestrati e certificati), che avevano dovuto richiamarlo più d’una volta perché spintosi troppo al largo.

Le indagini dell’agenzia investigativa di Milano, consociata della mia agenzia Investigazioni Cyanea indussero solamente la Procura a temporeggiare, senza archiviare subito il caso come incidente.

         Tornando al tragico naufragio di Crotone, se fossi l’investigatore privato di Giorgia Meloni e del suo Governo, cercherei di ascoltare i testimoni e le persone informate sui fatti rispetto alla tragedia. E lo farei immediatamente, prima che il tempo, i rancori o semplicemente il quieto vivere deformino i ricordi. Ascoltare i testimoni non è sufficiente: essi vanno anche soppesati accuratamente nella loro attendibilità.

         Inoltre, se Giorgia Meloni si fosse rivolta alla mia agenzia investigativa Cyanea per le sue indagini difensive, cercherei tragedie simili del passato, ricostruendo come sono state gestite allora. Cosa che i giornalisti più coscienziosi stanno già facendo e dalle loro inchieste giornalistiche emerge che tragedie come quella di Cutro (e persino peggio) ce ne sono già state diverse, anche sotto Governi di sinistra. Tuttavia col Partito Democratico al governo nessuno aveva avviato una meschina caccia alle streghe.

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