Tutti siamo potenziali suicidi.

Antonio Corrado, uno studente ventinovenne originario di Manduria in provincia di Taranto, si è impiccato nell’appartamento che condivideva con la sorella nel Villaggio Mediterraneo a Chieti per poter seguire i corsi della Facoltà di Medicina dell’Università Gabriele D’Annunzio. È stata proprio la sorella a trovarlo morto, rincasando.

         Il giovanotto era indietro con gli esami, ma non si può dire fosse oramai un fuoricorso senza speranza, come riferisce il Rettore della D’Annunzio Sergio Caputi. Leggendo i suoi appunti, nei quali definiva la sua esistenza “inconcludente” e “inutile”, si direbbe che probabilmente era oramai preda della depressione.

         Capita spesso che genitori si rivolgano alla mia agenzia Investigazioni Cyanea di Milano per rintracciare i loro figli scappati da casa o per monitorarne i comportamenti autodistruttivi. In molti casi trattati dalla mia agenzia investigativa mi è bastato ascoltare la storia di questi giovani per intuire sarebbero finiti male: non sono più rientrati in famiglia, vivendo per strada; sono morti di overdose; si sono persi tra pessime compagnie e abitudini ancora peggiori.

Tuttavia è praticamente impossibile prevedere un suicidio (e quindi porci rimedio); al massimo io e i detective privati della mia agenzia investigativa Cyanea siamo riusciti a ricostruire le dinamiche che lo hanno indotto col senno di poi. Neppure frugare nella cronologia del computer dell’aspirante suicida ti garantisce d’intervenire in tempo, sebbene sia un accertamento fondamentale quando si parla di giovani a rischio.

         Da detective privata dell’agenzia investigativa Cyanea, che si è occupata d’indagare anche su diversi suicidi sospetti per dinamiche e circostanze, penso che le persone vicine al suicida tendano a colpevolizzarsi un po’ troppo, mentre i soliti maestrini inutili devono individuare responsabilità inesistenti nella società o nel contesto ambientale. Sono convinta che quando qualcuno arriva al suicidio è perché già porta la morte nel suo cuore e la ragione del suo gesto è solamente il motivo scatenante, il pretesto per cercare la fine.

Ultimamente c’è la moda di colpevolizzare il Covid-19 di qualsiasi comportamento autodistruttivo o criminale giovanile, dimenticando che da un decennio a questa parte la dipendenza da smartphone e social sta trasformando i nostri figli in fragili automi. Tuttavia entrambi fattori che possono essere tutt’al più considerati come concause o acceleranti al suicidio.

         La maggior parte dei clienti che negli anni si è rivolta alla mia agenzia Investigazioni Cyanea di Milano per indagare sul sospetto suicidio del loro familiare, lo ha fatto perché non si rassegnava al gesto e, a parte qualche caso di effettiva induzione al suicidio o di omicidio mascherato, la mia funzione di investigatore privato è stata più che altro consolatoria, attraverso l’accettazione delle circostanze.

         Negli anni gli investigatori privati della mia agenzia investigativa Cyanea hanno indagato su suicidi avvenuti dopo che la vittima aveva appena fatto grandi progetti per il futuro o preso appuntamenti importanti per il giorno successivo: tutti siamo potenziali suicidi e nessuno sa esattamente dire quando ci trasformiamo da potenziali ad aspiranti.

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