Milano sta diventando terreno di caccia per criminali.

In questi mesi a Milano è emergenza stupri. In realtà i milanesi ripetono da oltre un anno che la situazione nel capoluogo lombardo sta sfuggendo di mano, ma le Autorità locali, sindaco Giuseppe Sala in testa, sembrano fregarsene.

         Nel giro di pochi giorni una trentunenne è stata stuprata nei bagni della discoteca O Club di Via Padova a Milano. Un’altra donna è stata violentata in Piazza Carbonari, sempre a Milano. Un’altra donna ancora è stata stuprata in un ascensore della Stazione Centrale di Milano, che oramai sta diventando territorio criminale.

         Potrei continuare il doloroso elenco, ma sintetizzo: negli ultimi tre mesi a Milano si sono consumate 11 violenze sessuali, alcune delle quali sorprendono per l’atteggiamento spavaldo degli aggressori. Come nel caso del Gambiano che ha tentato di violentare una quarantaquattrenne nell’abitazione della donna in via Washington a Milano e che è stato fermato da un novantaquattrenne armato di una pistola a salve (probabilmente senza tappino rosso sulla volata come previsto dalla legge), vicino di casa della signora.

Chissà se i poliziotti intervenuti si sono preoccupati di più dell’orrendo crimine tentato dallo stupratore o del tappino rosso? È una domanda che mi sorge spontanea dopo aver assistito alla polemica grottesca di chi considera inopportuno filmare le borseggiatrici, anziché impegnarsi a far cessare i furti.

         Milano non è mai stata una città sicura, specialmente per le donne e ancora di più per le donne che svolgono la professione di investigatore privato. Il titolare della prima agenzia investigativa per cui lavoravo m’insegnò a chiudermi sempre dentro l’auto durante appostamenti e pedinamenti, indipendentemente dal fatto che stessi lavorando in quartieri fuori controllo delle periferie milanesi o nel Quadrilatero della moda in pieno centro a Milano.

         Tuttavia, spesso durante i pedinamenti si è costrette a scendere dall’auto e restare a piedi in strada, pertanto il mio capo formava coppie miste d’investigatori, cosicché, se c’era bisogno di esporsi per la strada, scendeva il detective privato maschio, mentre l’investigatrice privata donna restava alla guida.

         Ho conservato questa abitudine di assortire le coppie lavorative sia quando sono entrata in società in una agenzia investigativa di Milano, sia quando ho fondato la mia prima agenzia Investigazioni Cyanea di Milano. E ancora adesso, quando formo una coppia di miei collaboratori presso l’agenzia investigativa Cyanea di Cassano d’Adda, non sono mai due donne.

         Vorrei riassumere qui di seguito le precauzioni che insegno alle investigatrici private della mia agenzia investigativa Cyanea di Cassano d’Adda e che ritengo utili a qualsiasi donna:

  • Mantenere sempre un livello alto di attenzione su tutto ciò che ci circonda, evitando di girare come “zombie dello smartphone”.
  • Avere sempre con sé (indosso e non in borsetta) uno spray antiaggressione balistico. In Italia gli spray balistici possono avere per legge una gittata non superiore ai 3 metri, contro i 6-7 metri di altri paesi più attenti a tutelare le proprie donne. Più è lunga la gittata, infatti, più lo spray è efficace nell’evitare il corpo a corpo e nel disperdere un numero consistente di aggressori.
  • Tenere le chiavi dell’auto e di casa in una tasca facilmente accessibile, per non perdere tempo a cercarle nella borsetta.
  • Chiudersi sempre in automobile.
  • Utilizzare abbigliamento anti-accoltellamento.
  • Non perdere mai di vista il proprio drink.
  • Non prendere ascensori o imboccare rampe di scale e camminamenti isolati insieme a sconosciuti.
  • Non accettare passaggi da sconosciuti o da conoscenti superficiali.

Nel frattempo speriamo che Beppe Sala faccia qualcosa per la nostra bella Milano; scrivo nostra perché dopo decenni d’indagini e pedinamenti all’ombra della Madonnina mi sento cittadina adottiva.

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