Violenza domestica, stalking e femminicidio, un’escalation riconoscibile.
Ogni 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È un traguardo importante, poiché, si sa, riconoscere di avere un problema e discuterne è un primo importante passo verso la sua soluzione. Anche se questa ricorrenza fu decisa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1999 dall’ONU, personalmente, da investigatrice privata e titolare dell’agenzia investigativa Cyanea di Cassano d’Adda, ho notato solamente negli ultimi dieci anni una reale e generale presa di coscienza del problema.
A mio avviso, al netto di qualsiasi inutile critica linguistica, è stato utile rinominare l’omicidio di una donna in femminicidio, poiché oramai è inopinabile il fatto che si tratti di un vero e proprio massacro a sé. Quelli che io chiamo “i maschi criminali” uccidono più delle mafie in tutto il mondo e, ciò che è peggio, ciascun femminicidio avviene nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro per le donne, cioè il loro focolare domestico, e per mano di chi avrebbe dovuto amarle.
Codice Rosso, Codice Rosso rinforzato, la Legge non conta
niente, se non viene applicata con rigore e intelligenza.
Negli ultimi cinque anni in Italia la Legge contro il femminicidio è stata notevolmente migliorata, le novità più importanti in questo miglioramento sono l’introduzione dell’arresto e l’implemento delle Case Rifugio e i Centri Antiviolenza, per offrire assistenza alle donne vittime di violenza.
Per la verità, in base ai casi di violenza domestica e stalking trattati dalla mia agenzia investigativa Cyanea sin dal 2000, poiché finalmente si è compreso che le donne non riescono a proteggersi da partner ed ex-partner violenti per motivi economici.
I miei consigli di investigatrice privata ed esperta in sicurezza anticrimine.
In questo periodo della triste ricorrenza del 25 novembre, sto facendo alcuni interventi in conferenze e riunioni dedicate all’odioso problema.
I miei consigli a questi eventi di consapevolezza sono prettamente pratici, dettati da chi, svolgendo da oltre 35 anni la professione della detective privata, ha dovuto affrontare e scongiurare pericoli per sé stessa ancor prima che per le proprie Clienti.
Bisogna partire dal presupposto che la maggior parte delle donne non ha voglia o tempo per dedicarsi a corsi di autodifesa, che tuttavia sono altamente raccomandabili per una questione psicologica prima ancora che pratica. Molte Clienti della mia agenzia investigativa Cyanea hanno ritrovato sé stesse e la grinta perduta per reagire ai maltrattamenti proprio sui tatami di palestre e centri di autodifesa.
Pertanto, il mio primo consiglio è quello di dotarsi di spray antiaggressione, che deve essere così comodo da tenere in tasca da venire dimenticato indosso. Così come tutte le armi da difesa, lo spray antiaggressione deve essere indossato sempre come un capo di biancheria intima; altrimenti, non sarà pronto all’uso, quando ne avrete bisogno. Si può dire che lo spray al peperoncino sia il rimedio autodifensivo col miglior rapporto sforzo risultato: al costo di poche decine di euro, vi procurate un’arma formidabile per mettere KO un male intenzionato, senza rischiare l’eccesso di legittima difesa o altri sofismi legali in materia.
Il mio secondo consiglio, dopo essersi “armate”, è quelli di “corazzarsi” con abiti anti-accoltellamento e antiproiettile. È già una precauzione più impegnativa dello spray antiaggressione in termini di costi (si va da qualche centinaio a oltre un migliaio di euro) e di comodità (soprattutto d’estate). Tuttavia la corazza è una difesa passiva che può fare la differenza tra salvarsi o perire per mano di uno di questi stupidi e abbietti criminali.